Domanda:
Come si fa a determinare la scadenza?
Mars79
2008-09-18 09:13:28 UTC
Come fanno i produttori di prodotti alimentari (e non) a determinare la scadenza di un lotto di produzione? E qual é il margine d'errore?
Anche se dipende dal tipo di prodotto, quanto tempo oltre la scadenza é possibile utilizzare il prodotto senza effetti dannosi?
Sette risposte:
anna
2008-09-18 09:31:42 UTC
La data di scadenza è la data fino alla quale un alimento è igienicamente idoneo al consumo, se mantenuto nelle corrette condizioni di conservazione. Essa viene riportata obbligatoriamente sugli imballaggi alimentari dei prodotti preconfezionati rapidamente deperibili (latte e prodotti lattieri freschi, formaggi freschi, pasta fresca, carni fresche, prodotti della pesca e dell'acquacoltura freschi) con la dicitura "da consumarsi entro" seguita dal luogo sulla confezione dove la data viene stampigliata. La data deve riportare, nell'ordine, il giorno, il mese ed eventualmente l'anno. Sulla confezione devono essere inoltre riportate le condizioni di conservazione ed eventualmente la temperatura in funzione della quale è stato determinato il periodo di validità.

Superata la data di scadenza, l'alimento può costituire un pericolo per la salute a causa della proliferazione batterica. Per legge è vietata la vendita dei prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato sulla confezione.

Supermercati e commercianti restituiscono i prodotti scaduti invenduti ai fornitori delle relative marche, sottoforma di resi. Per ogni articolo reso, ricevono gratuitamente in cambio dai fornitori un altro prodotto dello stesso genere, da rivendere al cliente finale. In questo modo, commercianti e supermercati eliminano il rischio di mancata vendita, legato ai prodotti alimentari. Trattandosi di un bene deperibile, l'accumulo di scorte invendute rappresenta un rischio più alto per i venditori, rispetto ad altre categorie m,erceologiche, poiché le scorte di alimenti dopo la data di scadenza non hanno più valore.

Talora, le forze dell'ordine verificano casi di rigenerazione delle date di scadenza, sostituite da nuove etichette in validità.

In Italia la data di scadenza può essere determinata con decreto dei Ministri delle attività produttive, delle politiche agricole e forestali e della salute. Per esempio la data di scadenza del "latte fresco pastorizzato" è determinata nel sesto giorno successivo a quello del trattamento termico di pastorizzazione, mentre la scadenza del "latte microfiltrato fresco pastorizzato" è determinata nel decimo giorno successivo a quello del trattamento termico [1] .



Sui prodotti non rapidamente deperibili la data di scadenza é sostituita dal termine minimo di conservazione, espresso dalla dicitura "da consumarsi preferibilmente entro (data)", che rappresenta la data fino alla quale un alimento conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.

La data si compone dell'indicazione, nell'ordine, del giorno, del mese, e dell'anno, con le seguenti modalità:



per i prodotti alimentari conservabili per meno di tre mesi, è sufficiente l'indicazione del giorno e del mese,

per i prodotti alimentari conservabili per più di tre mesi ma non oltre diciotto mesi, è sufficiente l'indicazione del mese e dell'anno,

per i prodotti alimentari conservabili per più di diciotto mesi, è sufficiente l'indicazione dell'anno.

Il termine minimo di conservazione non é obbligatorio per la frutta e la verdura fresche (a meno che non siano sbucciate o tagliate), il vino e l'aceto, il sale e lo zucchero allo stato solido, i prodotti da forno pane, focaccia e prodotti da pasticceria freschi, bevande alcoliche con percentuale di alcol superiore al 10%, gomma da masticare e prodotti simili.

Stessa regola vale per i prodotti da banco (salumi e formaggi venduti in supermercati e ipermercati che devono solo indicare la temperatura di conservazione dell'alimento.



non ho trovato altro...baci
Lithops
2008-09-18 10:10:54 UTC
Ho chiesto a mio cognato che fa questo mestiere. Il discorso è molto semplice: il periodo di conservazone di un alimento viene determinato dalla fase di pastorizzazione: più è lunga più è lontana la scadenza. Considera che loro lavorano anche con delle tabelle già esistenti, ad esempio un ragù in scatola del peso di... con una percentuale di acqua del... pastorizzato a tot gradi di temperatura per tot tempo si conserva per tot mesi.

Considera che le date di scadenza indicate nelle confezioni sono molto sottostimate rispetto alla reale degradazione del prodotto: questo anche perchè da quando viene prodotto a quando arriva nella tua dispensa va incontro a vari "trattamenti" non controllabili (esposizione al caldo se viaggia ad esempio su tir lungo le autostrade, poi magari viene conservato in magazzino al fresco, poi magari il supermarket li stocca in un capannone caldo, poi sui bancali... poi nella tua dispensa... insomma per evitare problemi meglio accorciare la data reale di scadenza. Questo però non vuol dire consumare il prodotto troppo oltre, appunto per quanto ti ho detto.
anonymous
2008-09-18 12:02:12 UTC
non lo so, ma mi stai simpatico!! cmq si, forza TORRE!!!!
misteriosapiratessa
2008-09-18 10:01:17 UTC
ciao!allora posso dirti questo....esempio:quando c'è scritto da consumare preferibilmente entro il "data" hai da quella data una quindicina di giorni a partire da li...quando invece ce scritto solo entro....scade il giorno stesso!il margine di errore può allora variare di un giorno!varia da prodotto a prodotto i cibi in scatola non hanno gli stessi conservanti di un prodotto fresco.....
ardino95
2008-09-18 11:50:53 UTC
mi piacerebbe saperlo
Miley93
2008-09-18 10:22:12 UTC
scusa ma hai tanti punti da consumare....xkè stò vedendo ke invii sempre ogni 5 domande al giorno
anonymous
2008-09-18 09:21:31 UTC
non lo so


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