leggi questo articolo, anche se è di 2 anni fa, è sempre attuale.
LISCIA, GASSATA … O DI RUBINETTO
DEGUSTAZIONE AL BUIO A MILANO :
SOLO 2 MILANESI SU 10 DISTINGUONO AL PRIMO ASSAGGIO
L’ACQUA DOMESTICA DA QUELLA MINERALE
IL TEST ORGANIZZATO DA LEGAMBIENTE IN 5 CITTA’ ITALIANE
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’ACQUA
“TROPPI PREGIUDIZI SULL’ACQUA DI RUBINETTO
ELEVATISSIMO IMPATTO AMBIENTALE PER LE MINERALI”
La prova del gusto è chiara e trasparente. Pescando l’acqua da caraffe anonime e affidandosi al palato è quasi impossibile distinguere al primo assaggio l’acqua di rubinetto dalle acque minerali. Nemmeno 2 italiani su 10, infatti, sono riusciti al primo colpo a individuare quale era l’acqua imbottigliata e quale quella uscita dalle tubature domestiche. Lo dice un singolare test effettuato da Legambiente in 5 città italiane (Milano, Roma, Napoli, Palermo, Foggia) che, tra ieri e oggi e in occasione della Giornata Internazionale dell’Acqua indetta dall’Onu, ha invitato gli abitanti di questi centri urbani alla prova del “nove”. In un Paese che consuma enormi quantità di acqua minerale è possibile riconoscere al palato quale è di rubinetto e quale no? Il 14% degli italiani non ci riesce. A Milano, dove le degustazioni sono ancora in corso, circa il 20% ha individuato l’acqua di rubinetto, mentre più di 4 su 10 hanno confuso la minerale per l’acqua del Comune. Nelle altre città le prove sono state fatte ieri. A Roma il 18,5% dei cittadini ha azzeccato. Simile risultato anche a Napoli dove circa il 30% degli intervistati indica l’acqua del rubinetto come quella dal sapore più gradevole. A Palermo addirittura il 90% degli intervistati non ha trovato differenze tra i diversi tipi di acqua che ha bevuto e ben il 60% ha indicato l’acqua di rubinetto come quella dal sapore più gradevole. Anche i “sommelier dell’acqua”di Foggia nella prova al buio hanno dichiarato di gradire di più l’acqua del rubinetto.
Ma cosa voleva dimostrare questo test? Per prima cosa, sfatare la convinzione che l’acqua in bottiglia è più buona di quella che si consuma a casa. Ma contestualmente anche mettere in luce l’enorme impatto ambientale rappresentato dal mercato delle minerali. Un impatto che deriva dalla grande quantità di imballaggi prodotta – circa 5 miliardi di bottiglie di plastica ogni anno – e da un assurdo peregrinare delle bottiglie da nord a sud del Paese. Per trasportare l’acqua minerale prodotta ogni anno servono infatti 300mila Tir.
Eppure proprio il nostro Paese è in testa alla classifica dei consumatori di acqua minerale. Il 72,4% degli italiani infatti beve più di mezzo litro di acqua minerale al giorno e in media una famiglia spende per questa circa 18 euro al mese. “Con questa prova d‘assaggio – ha dichiarato Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – abbiamo voluto dimostrare che in realtà il business dell’acqua minerale si regge su una quasi totale carenza di informazione e buona dose di pregiudizi, come quello che l’acqua in bottiglia è più salubre, che contiene meno sali, che si mantiene più pura rispetto a quella dell’acquedotto e che non è poi tanto cara”. Se l’acqua del rubinetto supera così la prova del gusto, sull’impatto ambientale non c’è proprio confronto. L’acqua minerale inquina di più, a partire dalle bottiglie di plastica che la contengono fino ad arrivare agli spostamenti per trasportarla. Ogni italiano consuma circa 172 litri di acqua minerale in un anno e questo vuol dire che consuma in media 90 bottiglie di plastica e una trentina di vetro. Contando l’Italia 55 milioni di abitanti si calcolano quasi 5 miliardi di bottiglie di plastica da smaltire ogni anno. “Se si tiene conto - continua Della Seta - che la raccolta differenziata della plastica riesce ad intercettare solo una parte delle bottiglie, è evidente che il quantitativo di spazzatura che finisce in discarica è enorme e ogni anno bere ci costa circa 1 milione di metri cubi di discariche”. Per non parlare degli spostamenti, molto spesso del tutto irrazionali, dovuti al trasporto su gomma delle bottiglie. L’acqua minerale viene venduta spesso in luoghi molto lontani dalle zone di produzione e se un camion può trasportare circa 26500 litri (17667 bottiglie da 1,5 litri), per questa operazione sono necessari ogni anno oltre 280.000 viaggi.
“L’emergenza idrica che tutto il pianeta deve affrontare – conclude Della Seta - ci pone di fronte alla necessità di rivedere i nostri comportamenti e le nostre abitudini. Crediamo infatti che l'iperconsumo di acqua minerale in bottiglia sia dannoso sia per l’ambiente che per il portafogli degli italiani e influisca in modo negativo sulla gestione degli acquedotti lasciando che patrimonio pubblico scompaia per lasciare spazio alla ben più costosa acqua con tanto di marca e bottiglia”.
L’Ufficio Stampa 06.86268379 - 02 45475777